Nascita e sviluppo dell'Analisi Transazionale
La teoria originaria dell'Analisi Transazionale, così come venne elaborata da Berne, può essere considerata un'evoluzione in senso relazionale della psicoanalisi freudiana.
Le basi empiriche e fenomenologiche, insieme ad una impalcatura epistemologica sostenuta dal pragmatismo filosofico, ne fanno non solo una teoria della personalità, ma anche una teoria dello sviluppo e delle comunicazioni relazionali, estendendo soprattutto su questo versante la teoria freudiana, irrimediabilmente legata ad una visione meccanicistica del funzionamento della psiche, basata su una dinamica "idraulica" dell'apparato mentale, secondo il modello medico dell'ottocento positivista.
Anche gli influssi dell'approccio centrato sulla persona di Carl Rogers sono evidenti e rendono l'analisi transazionale estremamente efficace e potente nel tenere sempre in primo piano i bisogni della persona piuttosto che la direttività e l'applicazione del letto di Procuste dello schematismo teorico alla complessa realtà del paziente. Negli anni '50 la teoria della comunicazione subì grandi sviluppi, principalmente grazie agli scienziati della comunicazione che dettero vita alla cibernetica, e le Regole della comunicazione enunciate da Berne sono il distillato di questi progressi applicati alla teoria psicologica analitico transazionale.
Berne tuttavia morì prima di aver potuto elaborare compiutamente molte delle questioni teoriche più importanti, che rimasero dunque aperte a contributi e sviluppi successivi. Priva dell'autorità del suo creatore, la teoria analitico transazionale subì negli anni '50 un vero e proprio "assalto integrativo" da parte di studiosi e terapeuti che arricchirono l'impianto teorico originario con assunti e soprattutto tecniche prese a prestito da altre scuole teoriche, prima fra tutte la psicoterapia gestaltica, allontanandosi dalle radici psicodinamiche e assumendo una direzione decisamente cognitivo-comportamentale.
Negli stessi anni l'analisi transazionale veniva scoperta dall'editoria divulgativa americana, tipicamente orientata alla manualistica semplificata e ai testi di auto-aiuto. L'enorme diffusione che la semplificazione e banalizzazione della teoria analitico transazionale ebbe in quegli anni è la principale responsabile dell'immagine trasmessa ai giorni nostri: una teoria più adatta alla formazione di agenti di commercio e venditori piuttosto che al setting terapeutico, basata su concetti coloriti e reificati (il Bambino che fa delle cose piuttosto che lo Stato dell'Io Bambino, un insieme complesso di pensieri, emozioni e comportamenti), dotata di un armamentario tecnico eterogeneo e in gran parte derivato da altre Scuole.
Un approccio approfondito all'analisi transazionale ne mette invece in luce le peculiarità e le grandi potenzialità, legate ad un training professionale piuttosto che al livello divulgativo tipico dei tabloid e dell'editoria commerciale.
Soprattutto i legami con la psicoanalisi freudiana risultano evidenti, non solo per quanto riguarda i punti di contatto tra le topiche freudiane e i tre stati dell'io dall'analisi transazionale, ma principalmente per l'importanza fondamentale dell'analisi del transfert e del controtransfert nella terapia transazionale. Uno dei concetti cardine della teoria di Berne, il copione, è definito dall'autore "un dramma transferale", a significare quanto le dinamiche transferali siano fondamentali nell'elaborazione e attuazione del proprio piano di vita.
La parentela con la psicoanalisi è senza dubbio molto stretta, tanto che lo psichiatra italiano Michele Novellino, uno dei più importanti studiosi mondiali in campo analitico transazionale, rivendica l'esistenza di una vera e propria scuola psicodinamica in seno alla comunità analitico transazionale.
L'analisi transazionale sta subendo negli ultimi anni un ulteriore sviluppo, soprattutto ad opera di studiosi anglosassoni, verso una rielaborazione teorica basata sul confronto con le più recenti acquisizioni operate dalle neuroscienze, in particolare le basi neurofisiologiche degli stati dell'io, l'accesso alle memorie implicite e la formazione delle memorie episodiche.
In Italia, oltre al già citato approccio psicodinamico di Novellino, è attivo il gruppo di ricerca di Pio Scilligo che sta sviluppando un'ulteriore integrazione della teoria analitico transazionale con il modello SASB di Lorna Smith Benjamin.
Le tre scuole teoriche
L'evoluzione post berniana della teoria analitico transazionale ha dato origine a tre scuole principali riconosciute:
- la scuola "classica", che si fonda sull'opera originaria di Berne;
- la scuola della "ridecisione", basata sullo sviluppo operato da Bob e Mary Goulding;
- la scuola della "rigenitorizzazione", fondata dai coniugi Schiff, particolarmente orientata alla terapia delle psicosi.
I tre stati dell'io
L'analisi transazionale schematizza l'Io rappresentandolo graficamente come una sola personalità, tre stati dell'io e dodici variazioni. I tre stati dell'io sono:
- genitore
- adulto
- bambino
Lo stato genitoriale si schematizza ulteriormente in:
- genitore affettivo
- genitore critico
Lo stato bambino si schematizza ulteriormente in:
- bambino libero
- bambino ribelle
- bambino adattato
La comunicazione tra due individui può essere letta come una transazione (o scambio) tra stati diversi o omologhi dei due io, quindi, si parla nel primo caso di "transazioni invertite" e nel secondo di "transazioni dirette".
Ogni comunicazione avviene su due livelli che si influenzano reciprocamente, il contenuto (il cosa si dice) e la forma (il come lo si dice). Si comunica secondo segnali verbali e non verbali e se il verbale è contraddetto dal non verbale, ne è inficiato. Ciascuno di noi è libero e responsabile dei propri comportamenti. Ogni stato dell'Io ha connotazioni positive e connotazioni negative.
Lo stato "genitoriale critico", nella sua accezione positiva, guida, insegna e offre regole e valori; nella sua accezione negativa, invece: impone, rimprovera, punisce, critica.
Lo stato "genitoriale affettivo", mentre nella sua accezione positiva cura e incoraggia, nella sua accezione negativa si sostituisce e condiziona il suo affetto ad un avere.
Lo stato "adulto" nella sua accezione positiva vive oggettivamente la realtà, non drammatizza l'errore e decide in base a ciò che è noto; invece, nella sua accezione negativa, trascura le emozioni e non si cura dei rapporti interpersonali.
Il "bambino adattato" positivo accetta le regole, collabora e agisce per farsi accettare; il "bambino adattato" negativo si sottomette alle regole, si compiange e subisce per farsi accettare.
Il "bambino ribelle" positivo ha spirito d'iniziativa; il "bambino ribelle" negativo è sempre contrario per principio.
Il "bambino libero" positivo si esprime in tutto liberamente, mostrandosi apertamente.
La parte genitoriale dell'io è dove sono custodite le esperienze e gli esempi; la parte adulta è dove si elaborano le informazioni; la parte bambino dell'Io è dove è racchiusa la spontaneità e l'emotività.
Esempio di transazione
- Il marito chiede: "Sai dov'è la mia cravatta nera? Non la trovo da nessuna parte" (Adulto ---> Adulto).
- Se la moglie risponde: "Non so, non l'ho vista", abbiamo una transazione simmetrica (Adulto ---> Adulto).
- Se la moglie risponde: "Perché dai sempre la colpa a me?" si determina una transazione incrociata (con il Bambino che risponde al Genitore, invece dell'Adulto che replica all'Adulto), interrompendo la comunicazione; lo stesso effetto si verifica con la risposta: "Ecco, perdi sempre tutto!" (in questo caso, è il Genitore della moglie che si rivolge al Bambino del marito).
L'egogramma
Uno strumento utilizzato dall'Analisi Transazionale è l'egogramma che consiste in un grafico prodotto esaminando le risposte fornite a dei test. L'egogramma ha in ordinata i punteggi riferiti alle risposte e in ascissa gli stati dell'Io. L'istogramma che si forma per ogni stato fornisce l'energia spesa, la differenza energetica tra uno stato e l'altro fornisce una descrizione degli stati dominanti, ovviamente, dato che ogni stato dell'Io può avere una forma positiva e una forma negativa, il risultato, non fornisce un giudizio sull'individuo, ma solo la forma probabile che prenderanno le sue transazioni con gli altri individui. Stewart e Joines nel loro libro lo chiamano anche OK Corrall.
Carezze (Stroke Economy)
Le transazioni consistono in uno scambio di stimoli che in AT vengono denominati carezze (strokes). L'AT considera le carezze e le modalità del loro scambio come strumento di diagnosi e di terapia. Durante lo sviluppo della personalità, l'individuo può imparare alcune regole che costituiscono la base della cosiddetta Stroke Economy:
- non puoi chiedere le carezze che desideri
- non puoi dare le carezze che desideri dare
- non puoi rifiutare le carezze che non desideri
- non puoi accettare le carezze anche se le vuoi
- non puoi dare carezze a te stesso
La Stroke Economy può essere insegnata dai genitori o dalle altre figure di attaccamento nel periodo in cui l'individuo dipende da loro per il proprio sviluppo e per migliorare il controllo necessario legato alla responsabilità. In seguito possono verificarsi negli individui difficoltà a derogare da queste regole. La scelta di non consentirsi deroghe dalla Stroke Economy allontana l'individuo dalla spontaneità, un elemento importante della guarigione. Si generano nell'individuo svalutazioni ed emozioni parassite.
Esempio di "stroke economy"
Consideriamo il seguente dialogo:
A: Buongiorno.
B: Buongiorno.
A: Come va?
B: Bene, grazie. E lei?
A: Beh, al solito, grazie.
B: Buona giornata, allora.
A: Altrettanto.
Un simile scambio, sostiene Berne, non contiene in realtà alcuna informazione - che anzi è accuratamente sottaciuta: A non ha alcun reale interesse a sapere come stia davvero B, che probabilmente ci metterebbe molto tempo a spiegarglielo, e viceversa. Si tratta invece di un rituale sociale a base di "strokes", durante il quale gli individui si scambiano un numero di "carezze" dipendenti dalla loro conoscenza reciproca e dalle circostanze. Se B avesse protratto la conversazione rivolgendo numerose altre domande, avrebbe causato la perplessità e l'imbarazzo di A, che si attendeva un numero ridotto di "strokes" (che in termini di analisi transazionale equivale a "Mi doveva solo tre carezze, perché me ne ha fatte di più?"); al contrario, ad una mancata risposta di B al saluto di A, questi si sarebbe offeso in quanto la "carezza" non era stata ricambiata .
Emozioni parassite
Le emozioni in una persona sana sono vissute in armonia con i propri bisogni e desideri. Le emozioni che l'individuo vive però possono anche impedirgli di realizzare quelli che ritiene i propri bisogni e desideri. Per esempio, l'individuo potrebbe essere triste sebbene si trovi ad una festa e desideri socializzare. La tristezza viene vissuta strutturando il tempo nell'isolamento, e si verifica l'impossibilità di procedere nella strutturazione del tempo verso l'intimità desiderata e verso uno scambio di carezze più stimolanti. In tal caso la tristezza si può quindi definire come una emozione parassita.
Le emozioni parassite si presentano unite alle svalutazioni e si contrastano insieme a queste.
Posizioni esistenziali
Le posizioni esistenziali sono quattro e descrivono come una persona vede sé e gli altri.
- Io sono OK; tu sei OK: + + (posizione esistenziale sana, che induce ad un comportamento assertivo)
- Io sono OK; tu NON sei OK: + - (comportamento aggressivo)
- Io NON sono OK; tu sei OK: - + (comportamento passivo, servile; depressione)
- Io NON sono OK; tu NON sei OK: - - (futilità, cinismo)
La posizione esistenziale di un soggetto può cambiare con il passare del tempo, anche breve.
Esistono anche le "posizioni a tre", che esaminano la valutazione che l'individuo effettua nei confronti di se stesso, del suo interlocutore e degli "altri":
- Io sono OK; tu sei OK; loro sono OK: + + + (posizione aperta, socievole, democratica)
- Io sono OK; tu sei OK; loro NON sono OK: + + - (posizione snobistica, demagogica)
- Io sono OK; tu NON sei OK; loro sono OK: + - + (posizione dello scontento, polemica)
- Io sono OK; tu NON sei OK; loro NON sono OK: + - - (posizione solitaria, arrogante)
- Io NON sono OK; tu sei OK; loro sono OK: - + + (posizione masochistica, depressiva)
- Io NON sono OK; tu sei OK; loro NON sono OK: - + - (posizione subordinata)
- Io NON sono OK; tu NON sei OK; loro sono OK: - - + (posizione dell'invidia servile)
- Io NON sono OK; tu NON sei OK; loro NON sono OK: - - - (posizione pessimistica, cinica)
Gioco
Tipologia di Strutturazione del tempo ad alto contenuto emotivo, ma altamente prevedibile che si svolge secondo uno schema fisso e termina in modo sgradevole per entrambe i partecipanti. Alla base di dipendenze, litigi frequenti, incomprensioni durevoli e simili sofferenze.
Lo schema è il seguente:
- G + A = R > S > X > TC
G = Gancio, vale a dire la prima mossa o stimolo che compie il giocatore partendo da una svalutazione di sé, o degli altri, o della realtà, e cercando di coinvolgere altre persone nel proprio gioco (Francesco si lamentava dicendo di non saper eseguire la consegna perché era per lui troppo difficile: svalutazione di sé).
A = Anello, vale a dire l'aggancio dell'interlocutore allo stimolo, il punto debole di chi si lascia "agganciare" (l'insegnante risponde che l'attività non è affatto difficile e che si può eseguire anche in poco tempo).
R = Risposta al G + A nella comunicazione (Francesco dice che proverà a svolgere il compito, ma non lo finisce; l'insegnante si infuria e minaccia di mandarlo fuori in punizione per l'intera giornata).
S = Scambio di ruoli (o Colpo di scena) che avviene ad un certo punto del gioco (Francesco inizia a disturbare in classe perseguitando la maestra; l'insegnante, vittima del suo atteggiamento, sente di non riuscire a dominarlo).
X = Confusione, vale a dire disagio psicologico negli interlocutori (sia Francesco sia l'insegnante avvertono un notevole intensificarsi del vissuto emotivo).
TC = Tornaconto, vale a dire stato d'animo finale negativo in entrambi gli interlocutori (Francesco è triste perché rimane lontano dalla sua maestra e dai suoi compagni tutto il giorno, mentre l'insegnante sente di aver fallito come insegnante e come educatrice).
Triangolo psicodrammatico
Il triangolo psicodrammatico o triangolo di Karpman è un'altra modalità di lettura dei Giochi. Esso è composto da tre ruoli: Persecutore, Salvatore e Vittima.
Esempio:
- Caterina(Vittima): Nessuno mi vuole perché sono brutta! (Gancio)
- Eric(Persecutore): Stai zitta! Dici solo fesserie. (Anello)
- Caterina(Persecutore): Vai al diavolo, non si può mai parlare con te! (Scambio ruoli, Risposta)
Adesso Eric e Caterina si prendono il loro Tornaconto (Emozione Parassita), Per Eric è il senso di colpa e per Caterina è la tristezza. Un Gioco per essere completo implica che almeno uno dei 2 interlocutori cambi ruolo come nell'esempio sovracitato. Infatti Caterina passa da Vittima a Persecutore.
Esempio di gioco: "Perché non...sì, ma"
Nell'opera A che gioco giochiamo? Berne elenca numerosi "giochi" tipicamente adottati in varie circostanze sociali. Un esempio è quello denominato "Perché non...sì, ma" (PNSM). A sottopone agli altri presenti - B e C - un problema, quindi procede a confutare senza sosta tutte le possibili soluzioni che gli vengono proposte :
A: Il rubinetto del bagno perde.
B: Perché non chiami un idraulico?
A: Sì, ma costa troppo, e poi chissà quando arriverebbe.
C: Perché non lo ripara tuo marito?
A: Sì, ma non è bravo in queste cose, e non ha mai tempo.
B: Perché non lo fai tu?
A: Sì, ma non sono capace.
È evidente come lo scopo della conversazione per A non è tanto la richiesta di un suggerimento (Adulto--->Adulto), dato che si affretta a scartare tutte le soluzioni; in realtà, il "gioco" è attuato dal Bambino, ed ha la funzione di strutturare il tempo trascorso insieme a B e a C.
Guarigione
L'obiettivo che ci si prefigge avviando l'analisi transazionale è di ristabilire l'autonomia e di rendere più stabile la condizione di problem solving dell'individuo. In questo senso si tratta quindi di avvicinarsi alla condizione in cui le emozioni ci aiutano a risolvere i nostri problemi e a soddisfare i nostri bisogni, anziché contrastare i nostri sforzi ed intralciarli inutilmente.
Matrice di svalutazione
Strumento sviluppato da Mellor e Schiff. La Matrice di Svalutazione consiste in una matrice con le colonne Stimoli, Problemi, Opzioni e con le righe Esistenza, Importanza, Possibilità di cambiamento, Capacità personali di cambiamento. Procedendo secondo un ordine prestabilito dagli studiosi che lo propongono (a partire dall'Esistenza degli Stimoli) si può scoprire in quale area avviene la Svalutazione. Una volta individuata si può procedere a rimuoverla. Per esempio la casella Esistenza degli Stimoli si compila descrivendo ciò che si prova. Bruciore di stomaco, tristezza, difficoltà di concentrazione, rabbia, rancore, dolore, eccessiva euforia, eccetera. Poi si passerà a determinare l'Importanza di questo Stimolo, il che richiede una conoscenza del corpo e dell'animo umano che si può approfondire appositamente per imparare a compilare la matrice. Si tratta di una tecnica molto accessibile che porta rapidissimi e stabili miglioramenti ripristinando la condizione di Problem Solving.
OK Corrall
Si tratta di un modo di rappresentare l'insieme di convinzioni su sé stessi e sugli altri su due assi I, U.
Problem Solving
Attività, stato e capacità dell'individuo Spontaneo che consiste nell'individuare i propri bisogni e desideri con precisione e realismo ed agire in maniera concreta ed efficace per realizzarli in tempo utile utilizzando tutte le informazioni a disposizione. L'Analisi Transazionale fornisce la base teorica per un lavoro terapeutico che si rivolga a proteggere e sviluppare il Problem Solving.
Qui-e-Ora
Insieme di stimoli reali che il corpo percepisce dall'ambiente circostante tramite i cinque sensi qui e adesso. Le Svalutazioni sopprimono, restringono e deformano gli stimoli percepiti nel Qui-E-Ora, impedendo il loro utilizzo per il Problem Solving. Rimanere nel Qui-E-Ora può essere fonte di emozioni molto piacevoli e benefiche. Si tratta di una esperienza che può essere assimilata alla gioia del gioco infantile, produrre uno stato di Flusso (area di performance ottimale) o somigliare a certi tipi e stati di meditazione. Nel caso l'individuo si trovi in compagnia la gestione del Qui-E-Ora conduce alla Strutturazione del tempo (vedi) secondo una modalità precisa. Sono un topo, e con questo ho detto tutto!
Rigenitorializzazione
Processo terapeutico adottato dagli Schiff basato sul ricreare un ruolo genitoriale temporaneo a scopo terapeutico coltivando nel terapeuta lo Stato dell'Io del Genitore. Gradualmente il paziente si esercita ed apprende attraverso la relazione con il terapeuta-Genitore degli Stati dell'Io Genitore e Bambino più consoni al suo armonioso sviluppo e più sani. Per dare una cornice equa al processo gli Schiff adottavano legalmente i pazienti.
Script/Copione
L'analisi transazionale fornisce anche una teoria dello sviluppo infantile. Il concetto di copione, tra i più noti in quest'ambito, illustra come molti degli schemi di vita attuali di un soggetto abbiano origine nell'infanzia. Nel quadro del copione, l'analisi transazionale elabora spiegazioni di come l'adulto riproponga continuamente le strategie che ha appreso nell'infanzia, anche quando esse generano risultati dolorosi o autolesionisti.
Spontaneità
Una parte essenziale della "guarigione": viene intesa come la capacità di reagire in maniera appropriata a quello che avviene "qui e ora". Se siamo spontanei le nostre reazioni naturali ci aiutano a realizzare i nostri bisogni e desideri. Non si parlerà di "spontaneità" quando queste invece finiscono con l'ostacolarci o risultare inutilmente "costose". Nel primo caso le emozioni verranno chiamate "emozioni genuine nel caso opposto in analisi transazionale si parla di "emozioni parassite". La "spontaneità" viene danneggiata dalle svalutazioni.
Strutturazione del tempo
In analisi transazionale si considera che ogni individuo posto in presenza di altri sceglierà liberamente di strutturare il proprio tempo in uno dei seguenti modi:
- isolamento (l'individuo evita gli altri e non vi interagisce);
- rituali (l'individuo si impegna in interazioni regolate da norme condivise);
- passatempi (oltre alle norme condivise si presenta la possibilità di ricche variazioni come negli scacchi o alle carte ma sempre sulla base di regole rigide);
- attività (le regole sono imposte non più dalla convenzione sola ma dalla necessità; un esempio è l'attività lavorativa volta a guadagnarsi da vivere);
- giochi (interazioni ad alto contenuto emotivo ma di natura ripetitiva: litigi frequenti e discussioni inutili, ripicche; avviene secondo uno schema fisso, vedi "gioco" nel glossario);
- intimità.
La lista è in ordine crescente di rischio e anche in ordine crescente di intensità delle "carezze" che si possono scambiare.
Svalutazione
Una "svalutazione" consiste nell'ignorare un elemento utile alla soluzione del proprio problema o nel conferire eccessiva enfasi ad un elemento che impedisce la soluzione. Contrastare le "svalutazioni" permette di ricreare una situazione di problem solving. Le "svalutazioni" si possono rilevare tramite la compilazione di una matrice di svalutazione.
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